Il nome di questo formato di pasta all’uovo deriva dal verbo "pappare". Tipica della tradizione toscana, questa pasta è caratterizzata da una superficie ruvida e porosa, che si abbina alla perfezione con sughi corposi a base di carne o di funghi.
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Cicerone e Orazio, già nel 1° sec. Avanti Cristo, parlavano della bontà di un piatto fatto di striscioline di pasta sottile fatta a mano con farina e acqua chiamata Làgana (dal latino làganum che indicava una schiacciata di farina, senza lievito, cotta in acqua).
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Le reginelle, o mafaldine, di origine napoletana, furono chiamate così in onore della principessa Mafalda di Savoia. Le arricciature che caratterizzano questo formato ricordano infatti le onde dei merletti che orlano gli abiti preziosi di una regina.
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Il piatto di pasta più celebre all’estero sono Spaghetti alla Bolognese, cioè spaghetti conditi con sugo e polpette. Proprio quelli mangiati dai due cagnolini protagonisti del celebre cartone animato Disney “Lilli e il Vagabondo”, che però in Italia nessuno conosce… soprattutto a Bologna!
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Il nome di questo formato deriva dalle ragazze zitelle che un tempo la domenica stavano a casa da sole a preparare la pasta con il ragù napoletano, anziché andare alla messa e cercare marito. Questo formato di pasta lunga a sezione circolare veniva poi spezzato, dando vita così alle penne chiamate anche ziti tagliati.
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Il nome di questa piccola pasta cilindrica deriva dal tempo che necessita la sua cottura, che basta giusto giusto per recitare una preghiera.
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Mangiaspaghetti o “spaghetti eaters" è il nomignolo dispregiativo dato agli italiani emigrati in America.
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È un genere cinematografico di culto a cui gli spaghetti hanno dato il nome. In particolare si tratta di film girati in Italia da Sergio Leone negli anni '70 con un budget limitato.
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Ricorreva l'anno 1819, quando nel Dizionario della Lingua Italiana di Tommaseo e Bellini, alla voce spago si faceva riferimento a una "minestra di spaghetti".
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Assoluto vanto del musicista era un piatto a base di bucatini (chiamati al tempo maccheroni) al fois-gras, che farciva con una siringa d’argento e avorio fatta costruire appositamente.
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Il sistema di cottura tradizionale della pasta secca è quello che prevede di bollirla fino alla sua cottura al dente e poi di condirla (è il caso delle salse fresche), oppure la si può tenere sul fuoco scolandola pochi minuti prima della completa cottura per poi ripassarla nella salsa (pasta "saltata") e infine la si può “risottare", la pasta viene cucinata come il riso nel suo condimento aggiungendo poco alla volta l'acqua, l’effetto sarà molto cremoso dal momento che sfrutta interamente gli amidi in essa contenuti.
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La pasta all’uovo, durante la cottura, cresce di più ed è, inoltre, per la sua composizione molto più sostanziosa rispetto a quella secca.
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Perché ogni cento grammi di pasta che dobbiamo cuocere è necessario 1 lt di acqua e spazio a sufficienza perché la pasta non si attacchi fra di sé o alle pareti della pentola.
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Così facendo si "laverebbe via" il suo amido, necessario affinché essa possa legarsi in modo ottimale ai sughi e ai ragù.
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Questo specifico formato di pasta lunga prende il nome dalla dedica dei maestri pastai alla conquista della città di Tripoli.
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L’amido in esse contenuto rallenta la cottura della pasta e sono necessari 1 o 2 minuti in più perché sia “al dente”.
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Generalmente il tempo di cottura della pasta dipende dallo spessore della Cartella, più si va al Sud più lo spessore della Pasta è alto, più vai al nord più è sottile.
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